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  • Writer's pictureStefano Balma

Enfasi e intenzione: gli ingredienti per una composizione perfetta.

Updated: Apr 13, 2023

Quante volte abbiamo sentito che la composizione è un aspetto fondamentale per una buona riuscita dei nostri scatti? Innumerevoli. Luce e composizione sono le basi della fotografia. Eppure, anche se ci si sforza a mettere tutto perfettamente nei terzi, non è assolutamente raro constatare che a molte foto manchi qualcosa. "L'effetto wow" di un tramonto infuocato può essere sicuramente d'aiuto, ma senza una composizione forte, che faccia da tramite tra le emozioni dell'osservatore con quelle dello spettatore, la foto sarà comunque debole e non "durerà" nella nostra mente più del tempo di un fiammifero.


Mi sono sempre chiesto quali aspetti contano davvero per creare una composizione forte e ho notato che, anche a distanza di tempo, gli scatti di cui sono ancora soddisfatto hanno sempre due caratteristiche: l'enfasi e l'intenzione.


La prima cosa che dobbiamo cercare di fare quando siamo sul campo è saper leggere la situazione in cui siamo. Cosa ci attira di quel luogo? Qual'è il soggetto principale? A ognuno di noi toccano e attirano cose diverse. A volte ciò che ci affascina non è nemmeno un qualcosa di preciso, ma una situazione o un "momento".

La chiarezza di intenti è basilare per ogni buona comunicazione, anche in fotografia. Se abbiamo una comprensione "sfocata" di ciò che stiamo guardando, la foto sarà debole. Diventa quindi basilare entrare in contatto col luogo o con la situazione per poterla poi interpretare al meglio.

Enfasi e intenzione non sono nient'altro che questo: interpretazione. E sono due facce della stessa medaglia, completamente interconnesse.


Intenzione.

Una volta trovata la chiave di lettura di quello che stiamo guardando, dobbiamo capire cosa vogliamo trasmettere di quello che stiamo vivendo.


L'intenzione è il messaggio che vogliamo recapitare.


"Voglio esprimere la sensazione di "freddo" di questo paesaggio", "voglio trasmettere l'epicità di questa veduta", "voglio condividere l'eleganza di questo albero". Questi sono solo alcuni semplici esempi, ma è possibile trasmettere anche sensazioni più profonde e complesse, a seconda della nostra sensibilità.

In questa fase, mentre cerchiamo di interpretare il momento attraverso la composizione, dobbiamo fare molta attenzione alle aspettative.

L'aspettativa può diventare la rovina della creatività. Se partiamo da casa con l'idea di fare un certo tipo di scatti, il rischio di andare incontro alla frustrazione è molto alto. Ovviamente la pianificazione e la preparazione che precedono un'uscita fotografica sono basilari per avere chiaro cosa andremo a fotografare e, soprattutto, per avere le migliori condizioni possibili sul posto. Ma questo è diverso dal volere per forza un determinato tipo di foto. Quando si è lì, la mente dev'essere sgombra.

Mi è capitato spesso di programmare un'uscita col chiodo fisso per un certo tipo di scatti; volevo delle foto che avessero determinate caratteristiche e "forzavo" le composizioni in modo tale che imitassero l'idea che avevo in mente. Molto spesso questo approccio si è rivelato un disastro, perché anziché prestare attenzione a ciò che mi circondava, ho assecondato una fissazione.

Chiaramente, se si ritorna più volte nello stesso posto, c'è il vantaggio di conoscere già la zona e possiamo anche scegliere di rifare uno scatto con condizioni migliori. In questo caso l'aspettativa può trovare spazio.

Talvolta erroneamente confondiamo le aspettative con lo "stile personale" (concetto su cui bisognerebbe scrivere un articolo a parte). Lo stile, non affiora cercando di fare sempre la stessa foto, con la stessa compo e lo stesso mood, ma coltivando e approfondendo se stessi attraverso l'arte che abbiamo scelto.


Voglio usare come esempio tre miei scatti per chiarire meglio il concetto di intenzione. Questi scatti sono stati fatti in luoghi completamente diversi tra loro (Finlandia, Stati Uniti, Madeira), ma in ognuno di essi ho voluto dare all'osservatore la sensazione di essere lì, in prima persona, ma con emozioni differenti.

Nel primo scatto, ho scelto una composizione che ponga l'osservatore come al cospetto di creature antiche, quasi aliene e molto imponenti, ma tuttavia non spaventose, grazie ai colori chiari e delicati e dalle fragili forme della galaverna (i cristalli di neve sugli alberi). Questo effetto è stato possibile grazie allo slancio dell'albero di sinistra proteso verso il "fratello" a destra, che nel frattempo guarda verso la luce.

Il secondo scatto ritrae una delle viste più famose al mondo: la Monument Valley, negli Stati Uniti, uno dei posti più magnetici e suggestivi che abbia mai visto. Per ritrarre uno spot così celebre, mi sono impegnato nel cercare qualcosa che desse un piccolo tocco personale alla foto e, fortunatamente, un alberello è venuto in mio aiuto. Grazie ai suoi rami ho potuto ritrarre la Monument Valley come se scrutassimo timidamente tra le fronde, intimoriti, ma al contempo attratti da quella vista stupenda.

Nel terzo e ultimo scatto, ci troviamo ancora al cospetto di alberi molto espressivi ma con emozioni completamente differenti; questa volta la situazione è tetra e spaventosa, di conseguenza osserviamo la scena a debita distanza . Ora, ciò che ci connette alla scena in prima persona sono i rami dell'albero in primo piano, che è come se tentassero di afferrarci. Sono tornato 4 volte in questo luogo prima di trovare l'atmosfera che serviva per esaltare appieno questi alberi incredibili.


Ovviamente le descrizioni che ho fatto di queste foto sono assolutamente soggettive e opinabili, ma il bello della fantasia è proprio questo.

Ritrarre i soggetti da vicino col grandangolo crea il punto di vista che preferisco per le mie fotografie e questo mi permette di comporre scene molto suggestive.

Ognuno di noi avrà la propria distanza preferita dal soggetto, in base al proprio gusto e indole personale.


Enfasi.

Una volta chiarito cosa vogliamo comunicare, non ci resta che enfatizzarlo. Un esempio che trovo calzante per spiegare questo aspetto è quello del caricaturista: egli ritrae il soggetto enfatizzando i tratti caratteristici del volto; il risultato è spesso divertente e grottesco e solitamente ci ruba qualche minuto nell'osservare tutti i particolari del disegno.

Potremmo quasi dire di dover fare la stessa cosa quando costruiamo la nostra composizione, ovvero enfatizzare gli aspetti del soggetto o della situazione che hanno attirato la nostra attenzione.


Facciamo degli esempi pratici:

Questo scatto l'ho fatto nelle Vermillion Cliffs, una bellissima area naturale dell'Arizona; le formazioni rocciose sono innumerevoli, come anche le composizioni possibili. Nonostante la bellezza di quel posto, non ho trovato così facile fare dei buoni scatti, per via della moltitudine di linee e soggetti presenti. Ho optato per ritrarre una roccia in particolare la cui forma mi ricordava una testa con un bavaglio. Mi era semplicemente simpatica e in quel momento godeva anche di una buona luce. Ho dedicato a questo scorcio gran parte della sessione di scatto, provando varie composizioni . Ho cercato di "avvolgere" il soggetto nelle linee del primo piano usandole come linea guida e ho stretto la focale per escludere altre distrazioni. Infine, con la post produzione, ho enfatizzato ancora di più le linee del "bavaglio".


Ora vi mostro altri due scatti fatti sempre lì, ma che ho deciso di scartare.


In questo scatto, sebbene la composizione sia ben bilanciata, con le linee del primo piano che portano verso la "stellata", non ho potuto enfatizzare i tratti caratteristici della roccia principale, rendendo il tutto un pò anonimo.

Qui invece troviamo un primo piano molto potente, ma poco ordine sullo sfondo; non vi è un chiaro protagonista e la roccia a sinistra rende la scena un po confusa. Escludere gli elementi di disturbo è fondamentale quando si compone: "Less is more" diceva un famoso architetto.

Voglio precisare che questi non sono brutti scatti, ma sono semplicemente meno potenti del primo, che esprime al meglio la personalità del luogo.


Facciamo altri due esempi:

In questo scatto, fatto al passo Giau sulle Dolomiti, ho voluto enfatizzare il "naso" del Ragusela, monte davvero bellissimo da qualsiasi angolazione lo si ritragga. In quel momento la luce soffusa del tramonto doveva ancora arrivare ed ero in cerca di un primo piano per fare un buon bianco e nero. Volevo qualcosa ricco di dettagli in modo tale da avere un bel contrasto con le nubi che vi erano nel cielo.

Sono molto soddisfatto di questo scatto, sia per la resa finale che per un'altro motivo: sono riuscito a ritrarre un monte iconico come il Ragusela in maniera un pò più personale.


Probabilmente una vista classica di un luogo iconico (come la foto qua sopra) rimane la soluzione preferita dalla maggior parte dei fotoamatori, ma questo tipo di scelte, sicuramente più facili, non porta altro che ad avere una bella cartolina, uguale a quella di migliaia di altri fotografi che han fatto la stessa composizione prima di voi. C'è da dire che in posti così famosi è molto difficile fare qualcosa di veramente nuovo ed ugualmente efficace. Probabilmente qualcun'altro avrà già messo il treppiede dove lo avete messo voi, ma siccome la fotografia non è una gara all'esclusiva, cercate serenamente le composizioni che preferite e che vi facciano esprimere al meglio.

Spesso inizio la sessione di scatto facendo composizioni più classiche; a volte mi diverto nel replicare composizioni complesse di altri fotografi per capire come le abbiano costruite. Tutto ciò è di grande stimolo e, soprattutto, allenamento ed è come fare una sorta di riscaldamento per l'occhio.


In quest'ultimo esempio vi mostro una foto a me molto cara, soprattutto per le sensazioni che ho provato al momento dello scatto.

Se nelle precedenti foto ho enfatizzato delle caratteristiche "fisiche", qui ho voluto enfatizzare il momento. Mi trovavo sulla costa ligure di levante e, per quel giorno, le previsioni del tempo promettevano una bella mareggiata e un cielo aggressivo. Una volta arrivato sul posto, non mi ci volle molto per capire che le app meteo si erano sbagliate di grosso! Il mare era molto calmo e il cielo quasi sgombro dalle nuvole. Ero completamente solo e c'era un'atmosfera tranquilla e rilassante, con l'aria frizzante che accarezzava dolcemente le fronde degli alberi circostanti, creando un dolce fruscio che si armonizzava col suono del mare.

In quell'occasione decisi che l'aspetto da enfatizzare era proprio "il momento". Tornai sui miei passi: cambiai completamente composizione e decisi di usare un tempo di scatto molto lungo per rendere l'acqua ancora più morbida. Mi raccolsi dentro la giacca e aspettai gli ultimi attimi di quel tramoto, che si coloro' di un rosso tenue donando allo scatto un tono caldo e suggestivo. È un'esperienza che porto nel cuore e che ricordo sempre molto volentieri.


Conclusione

Enfasi e intenzione sono le due colonne portanti del mio "agire" fotografico e dedico a questi aspetti la maggior parte del tempo.

In fotografia c'è davvero poco spazio per l'improvvisazione. Spesso si parla di "fotografia istintiva" e spesso questo concetto è confuso con la sciatteria. Quando si fa un'uscita fotografica è importante studiare il territorio, scegliere il periodo dell'anno adatto per la luce migliore e aspettare le giuste condizioni meteo. Inoltre è necessario recarsi sul posto molto prima del tramonto, per poter esplorare la zona, cercare dei buoni punti di vista e, soprattutto, entrare in confidenza con la natura del luogo. Talvolta potremmo anche trovare necessario tornare più volte nello stessa zona per aumentare il grado di confidenza con essa. Sarete d'accordo con me che in tutto questo c'è davvero poco di istintivo.


Se pensate di avere poco tempo a disposizione per tutto questo, non scoraggiatevi: tutti abbiamo poco tempo e ognuno fa quello che può con ciò che ha a disposizione. Ci sono moltissimi fotoamatori che fanno scatti stupendi nonostante i molti impegni derivati dalla famiglia e il lavoro.

Potreste anche pensare che la fotografia sia per "pochi eletti" e che senza talento non si possano fare belle fotografie. Questo concetto è, per me, estremamente errato. Ovviamente, come in ogni campo, il talento fa la differenza, ma la creatività e l'occhio sono qualità allenabili. Come nello sport, mettere in fila un certo quantitativo di allenamenti di qualità, ci farà migliorare e andare ben oltre le nostre aspettative.

Mi piace concludere i miei articoli con una sorta di riassunto, per condensare e imprimere i concetti più importanti di quello che abbiamo detto fin'ora. Quindi, ecco i punti più importanti del mio "modus operandi".


  • Pianificazione dell'uscita fotografica (studio del territorio, periodo migliore, etc)

  • Recarsi con largo anticipo sul luogo, esplorarlo, entrarci in sintonia, cercare potenziali composizioni.

  • Individuare i soggetti e/o le caratteristiche che per voi danno carattere al luogo. Mettetevi a vostro agio con qualche scatto.

  • Muovetevi con la luce. Man mano che la luce cambia di intensità e colore, lasciatevi guidare da essa. Liberate completamente la mente dalle aspettative e rimanete concentrati sul momento presente.

  • Che cosa vi sta dicendo il luogo? Cosa volete comunicare coi vostri scatti? La vostra intenzione fotografica sia chiara, ma mai rigida. È sempre la natura che conduce le danze; ballate con essa.

  • Date enfasi. Non ponete limiti alla vostra creatività.

  • Ripeti da capo con una nuova uscita fotografica! Repetita iuvant.

  • Datevi tempo. Questo è un viaggio che non ha mai fine, ogni momento che vivrete sarà unico e irripetibile: godetene appieno!

  • Divertitevi!


Spero che l'articolo vi sia piaciuto e che, soprattutto vi sia stato d'aiuto.

Questa non è nient'altro che la mia esperienza e il mio modo di muovermi nella fotografia paesaggistica.

Raccontatemi le vostre esperienze nei commenti e, se non l'avete ancora fatto, iscrivetevi alla mia newsletter per non perdervi i prossimi articoli!


Grazie per avermi letto e, come sempre, buona luce a tutti!

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